11/03/2021

Compliance 231 : facciamo il punto

Con il D.lgs n.75 del 14 luglio 2020 è stata recepita in via definitiva la Direttiva UE 2017/1371, cosiddetta Direttiva PIF, volta a introdurre norme per la “lotta contro la frode che lede gli interessi finanziari dell’Unione mediante il diritto penale”.

 

La finalità è quella di armonizzare il nostro ordinamento ai criteri e ai principi contenuti nella Direttiva PIF, da una parte mediante l’introduzione e l’ampliamento di fattispecie di reato volte a tutelare gli interessi finanziari dell’Unione, dall’altra attraverso un ulteriore estensione dell’area della responsabilità amministrativa da reato delle persone giuridiche derivante dalla commissione di reati tributari che arrechino grave pregiudizio agli interessi finanziari dell’UE.

 

In un primo momento, con l’adozione del c.d. Decreto Fiscale (D.L. 124/2019), la responsabilità amministrativa degli enti è stata estesa a taluni delitti previsti dal D.Lgs 74/2000, nello specifico:

 

  • dichiarazione fraudolenta
  • emissione di fatture per operazioni inesistenti
  • distruzione di documenti contabili
  • sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte.

 

Da ultimo, a seguito dell’entrata in vigore del D.Lgs 75/2020 (30 luglio 2020), ulteriori fattispecie di reati fiscali sono state inserite nel sistema di Compliance 231, il che ha reso ancora più necessario per gli enti dotarsi di modelli di gestione e controllo aggiornati, che considerino il rischio complessivo di violazioni fiscali, da cui possano conseguire pesanti sanzioni (non solo pecuniarie, ma anche interdittive) per l’ente.

 

In particolare, riportiamo qui di seguito le fattispecie da ultimo inserite all’art. 25-quinquiesdecies del D.Lgs 231/2001:

- dichiarazione infedele, art. 4 D.Lgs 74/2000;

- omessa dichiarazione, art. 5 D.Lgs 74/2000;

- indebita compensazione, art. 10-quater D.Lgs 74/2000.

 

Oltre alle predette fattispecie di reati-presupposto, il D.Lgs 75/2020 ha inoltre esteso la responsabilità amministrativa degli enti anche ai reati di contrabbando previsti dal D.P.R. 43/1973 (in materia doganale), nonché ad altre fattispecie di reati contro la Pubblica Amministrazione (quali il peculato, l’abuso d’ufficio, la frode nelle pubbliche forniture ecc.).

 

Trattasi, dunque, di interventi normativi che impongono ad ogni società (che non voglia farsi trovare impreparata) un’importante aggiornamento del proprio modello 231.

 

 

Per maggiori informazioni potete inviarci una mail all’indirizzo compliance@slsavvocati.com